Lo auspicano Carola Barchi e Marianna Meyer

Oggi è l’8 marzo

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La campagna elettorale sta entrando nel vivo e siamo facili profeti prevedendo che sarà molto accanita. I candidati scrivono alacremente e noi pubblichiamo spesso, nell’interesse dei lettori e della competizione elettorale.

Ma è già sin da ora chiaro che non potremo pubblicare tutto e, secondo necessità, saremo costretti a rallentare il ritmo. Faremo il possibile.

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Crediamo che sia doveroso, per un partito come il Plr, essere in piazza a rimarcare l’importanza delle donne in una società moderna, soprattutto in un anno come questo, segnato dal coronavirus, che ha visto, spesso in silenzio, le donne in prima linea per garantire servizi essenziali, visto che la maggioranza del personale infermieristico è composto da donne, come la maggioranza delle cassiere e del personale di vendita sono donne e con dedizione hanno permesso (anche nei momenti di maggior pericolo di contagio) di fare la spesa a tutti noi.

Oggi l’impegno delle donne viene “ripagato” con un’importante impennata di licenziamenti e perdite di posti lavoro (infatti tutti i dati statistici dicono che sono loro maggiormente a rischio di disoccupazione). Esse si vedono ingiustamente retribuite meno degli uomini e con ancora troppe difficoltà nel poter fare carriera.

È la politica che deve mobilitarsi per far sì che una reale parità di opportunità e diritti diventi non solo proclama per le ricorrenze, ma prassi nella vita di tutti i giorni. E la politica per fare ciò ha bisogno della presenza diretta, qualificata e attiva delle donne.

Il Plr è il partito che più di qualsiasi altro partito in passato ha promosso la presenza delle donne in politica. Non è un caso che la prima consigliera nazionale ticinese sia stata la liberale radicale Alma Bacciarini, che la prima donna nel nostro Governo cantonale sia stata la consigliera di Stato liberale radicale Marina Masoni (e la terza e purtroppo ultima la liberale radicale Laura Sadis), che la prima municipale donna a Lugano sia stata la liberale radicale Valeria Galli (e la seconda la liberale radicale Giovanna Masoni, entrata nell’esecutivo cittadino nel 2004, quando entrò in Municipio anche la Ps Nicoletta Mariolini). Non è un caso che oggi il Plr  a Lugano sia il partito con il maggior numero di consiglieri comunali donne e che nella lista per il Consiglio comunale delle elezioni del 18 aprile, per la prima volta, abbia voluto che un terzo dei candidati fosse donna.

È più difficile conquistare una reale e concreta parità fra uomo e donna se le donne sono poco rappresentate nelle Istituzioni politiche. Nel 2019 il Plr è riuscito su scala cantonale ad incrementare la propria rappresentanza femminile in Gran Consiglio (anche se è ancora troppo bassa) e bisogna portare anche a Lugano, in Consiglio comunale, una maggior rappresentanza di donne.

E in Municipio? A Lugano solo il Plr può raddoppiare la presenza (troppo esigua) delle donne nell’esecutivo comunale. Infatti dopo la candidatura nel Ppd di Filippo Lombardi che ha “tarpato le ali” alle legittime aspirazioni di due candidate come Laura Tarchini e Nadia Ghisolfi, è solo il Plr che può incrementare la presenza femminile in Municipio, visto che ha candidato due donne di spessore come Giovanna Viscardi (che ha al suo attivo, oltre ad essere stata presidente della sezione, presidente del Consiglio comunale e una presenza nel legislativo comunale dal 2004, anche una lunga esperienza politica cantonale, sedendo da più di un decennio nel Parlamento cantonale) e Karin Valenzano Rossi (da 4 anni in Consiglio comunale in cui ha ricoperto il ruolo di capogruppo, oltre ad essere stata candidata al Consiglio nazionale nel 2019).

Le ricorrenze passano, ma la politica delle donne può crescere il 18 aprile.