Il Consiglio di Stato non si scompone e prende atto

Secondo altre opinioni sarà eventualmente anche esatta, non si può escludere.

Ghiringhelli fa notare che il TF scrive: Certo, il CdS e il Parlamento potevano raccomandare di rifiutare l’iniziativa, ma non sulla base di un’informazione non oggettiva, e in parte tendenziosa“.

L’informazione fornita nell’opuscolo non era “né oggettiva, né completa, né accurata e pertanto lesiva (…) del diritto di voto dei cittadini garantito dall’art. 34 cpv.2 della Costituzione”.

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ll Consiglio di Stato comunica che il Tribunale federale ha accolto un ricorso presentato dai promotori dell’iniziativa popolare ‘Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa’. La votazione popolare del 9 febbraio 2020 è stata pertanto annullata e dovrà essere ripetuta.

La I Corte di diritto pubblico del Tribunale federale, esprimendosi sul ricorso presentato da Giorgio Ghiringhelli – promotore dell’iniziativa popolare ‘Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa’ – ha annullato la votazione cantonale del 9 febbraio 2020, che era stata respinta in votazione dal 50,26% dei votanti (41282 voti contrari contro 40856 favorevoli).

Il ricorso verteva sull’opuscolo informativo trasmesso alla cittadinanza in vista della votazione, e in particolare sull’affermazione che l’iniziativa popolare avrebbe comportato una disparità di trattamento e la violazione del diritto federale. Secondo il Tribunale federale, questa formulazione è inesatta: durante i lavori parlamentari, infatti, erano solo stati espressi dubbi e perplessità sul rispetto di questi principi, senza che fossero accertate violazioni. La corte ha poi esaminato la campagna che ha preceduto la votazione, rilevando che le affermazioni contestate dai ricorrenti non sono state controbilanciate a sufficienza per riequilibrare l’informazione.

Alla luce di questa analisi, il Tribunale federale ha accertato un’irregolarità nella libera formazione della volontà e nell’espressione fedele del voto dei cittadini. Vista l’esigua differenza di voti (426 su oltre 82 mila), la corte ha quindi ritenuto che l’esito dello scrutinio potrebbe essere stato influenzato in modo decisivo. Di conseguenza, è stato deciso l’annullamento della votazione popolare del 9 febbraio 2020.

Il Consiglio di Stato ha preso atto della decisione del Tribunale federale e dovrà indire una nuova votazione sull’iniziativa popolare «Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa». La prossima data riservata alle votazioni è il 26 settembre 2021