Come ogni anno si è tenuta la Prima della Scala a Milano, dove, per Sant’Ambrogio, ha trionfato “Boris Godunov”, ottenendo tredici minuti di applausi.
Per l’apertura della stagione lirica del Piermarini è stata scelta, non senza polemiche, l’opera russa di Musorgskij.
Al Palco reale erano presenti Giorgia Meloni, Sergio Mattarella ma anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il sindaco di Milano Beppe Sala.
Il Presidente della Repubblica ha ottenuto un’ovazione con 5 minuti di applausi.
Il ‘Boris Godunov’, opera russa di Modest Musorgskij, ha aperto la nuova stagione del Teatro alla Scala di Milano, venendo diretta dal maestro Riccardo Chailly che prima dell’inizio ha eseguito con l’orchestra della Scala l’Inno nazionale, seguito dall’Inno alla gioia.
All’esterno non sono mancate le proteste questa volta, oltre a quelle dei centri sociali e dei sindacati, anche della comunità ucraina milanese che ha protestato contro la scelta di allestire per la Prima un’opera russa.
Anche all’interno del foyer, tuttavia, non sono mancate polemiche: Vittorio Sgarbi ha esordito sostenendo che il sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala è “da troppi anni straniero “ e Meyer ha risposto “che pena”. Sgarbi ha quindi concluso “abbia rispetto per chi ha difeso le sue scelte e parli di pena per chi è malato, io non lo sono”, sottolineando di aver posto “una questione generale” e “di ordine simbolico”.
Tra bianche decorazioni del palco centrale (curate dal fioraio storico del teatro Carbognin, che ha utilizzato ellebori e rose bianche ripiantabili nell’ottica della sostenibilità), Giorgia Meloni ha brillato in Armani.
Per la cena di gala che si è poi tenuta alla società del Giardino, all’insegna del Green sono state utilizzate frutta e verdura.
Un’opera moderna, quindi, (scritta nel 1868), rappresentata in chiave contemporanea, all’insegna della sostenibilità ma anche della tradizione.