Traduzione a cura di Giacomo Broggi, Phd
I futures sul petrolio greggio statunitense sono scesi di oltre il 4% domenica, dopo che l’OPEC ha concordato di aumentare la produzione Il prezzo del petrolio americano (Wti) è sceso di 2,49 dollari, pari al 4,27%, a 55,80 dollari al barile poco dopo l’apertura delle contrattazioni. Il benchmark globale Brent è sceso di 2,39 dollari, pari al 3,9%, a 58,90 dollari al barile. I prezzi del petrolio sono scesi di oltre il 20% quest’anno. Gli otto produttori del gruppo, guidati dall’Arabia Saudita, hanno concordato sabato di aumentare la produzione di altri 411.000 barili al giorno a giugno. La decisione arriva un mese dopo che l’OPEC aveva sorpreso il mercato accettando di aumentare la produzione a maggio della stessa quantità. L’aumento della produzione di giugno è quasi il triplo dei 140.000 barili al giorno inizialmente previsti da Goldman Sachs. L’OPEC sta immettendo sul mercato oltre 800.000 barili al giorno di offerta aggiuntiva nel corso di due mesi. Ad aprile, i prezzi del petrolio hanno registrato la maggiore perdita mensile dal 2021, poiché i dazi del presidente statunitense Trump hanno sollevato timori di una recessione che rallenterà la domanda, mentre l’OPEC sta rapidamente aumentando l’offerta.

Le aziende di servizi per i giacimenti petroliferi come prevedono un calo degli investimenti in esplorazione e produzione quest’anno a causa del debole contesto dei prezzi. “Le prospettive di un mercato petrolifero in eccesso di offerta, l’aumento dei dazi, l’incertezza in Messico e la debolezza dell’attività in Arabia Saudita stanno complessivamente limitando i livelli di spesa upstream internazionali”, ha dichiarato Lorenzo Simonelli, CEO di Baker Hughes, durante la conference call sui risultati del primo trimestre dell’azienda il 25 aprile. Le principali compagnie petrolifere Chevron ed Exxon hanno riportato la scorsa settimana utili del primo trimestre in calo rispetto allo stesso periodo del 2024 a causa del calo dei prezzi del petrolio. Goldman prevede che i prezzi del greggio e del Brent statunitensi raggiungeranno una media rispettivamente di 59 e 63 dollari al barile quest’anno.
È quasi un contro-shock petrolifero ad essere in corso, con potenziali ricadute su disinflazione, calo degli investimenti nel settore, specialmente a danno della produzione USA, che ha prezzi più costosi dei paesi della penisola araba, e tensioni nei bilanci statali dei paesi produttori.
In fondo, tutto fa parte della guerra commerciale più ampia, legata anche alla questione dei dazi.
E forse, conviene dare un occhio attento a quanto succede ai prezzi del carburante al dettaglio tra Stabio e Mendrisio, più competitivi sulla benzina rispetto all’Italia.
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